“Questi,
lasciando ai Numi ogni pensiero,
Nè ramo, o
seme por, nè soglion gleba
Col vomere
spezzar: ma il tutto viene
Non
seminato, non piantato, o arato,
L’orzo, il
frumento, e la gioconda vite,
Che si
carca di grosse uve, e cui Giove
Con
pioggia tempestiva educa, e cresce.”
Omero, Odissea.
Alto
Akesines (Alcantara), tra Mojo e Roccella, fino al XIV secolo territorio di Castiglione.
In un'unica
roccia arenaria troviamo due palmenti litici e due tombe a grotticella, dalla
patina non si riesce a distinguere se c'è una differenza d'epoca tra i due
manufatti, presumo dall’età del Bronzo al primo periodo siculo. Intorno al 1860
alle falde dell’Etna sono state ritrovate alcune ampelidi di ere geologiche
dell’età terziaria: segno che la vite cresceva spontanea. I Fenici hanno
contribuito solo alla commercializzazione. I libri di storia in genere fanno
risalire la nascita della viticoltura e della produzione di vino all’Età del
Bronzo (1300-1100 anni prima di Cristo) ma un recente ritrovamento potrebbe far
cambiare le conoscenze sull’economia delle società antiche, il vino più antico
è siciliano ed ha 6000 anni. Le analisi sono state condotte da Davide Tanasi
dell’Università della Florida Meridionale, con la collaborazione del Consiglio
nazionale delle ricerche (Cnr), Università di Catania ed esperti della
Soprintendenza ai Beni Culturali, su giare di terracotta non smaltata
provenienti dal Monte Kronio (o San Calogero). Se il vino più antico è siciliano,
è questo il palmento più antico?
Foto di
Castiglione dei Siculi Trinacia o
Sikuli, Sheklesh, Šekeleš , Shikalayu.
Copyright Giuseppe Tizzone.