lunedì 2 luglio 2018




“Questi, lasciando ai Numi ogni pensiero,
Nè ramo, o seme por, nè soglion gleba
Col vomere spezzar: ma il tutto viene
Non seminato, non piantato, o arato,
L’orzo, il frumento, e la gioconda vite,
Che si carca di grosse uve, e cui Giove
Con pioggia tempestiva educa, e cresce.”
                                          Omero, Odissea.

Alto Akesines (Alcantara), tra Mojo e Roccella, fino al XIV secolo territorio di Castiglione.
In un'unica roccia arenaria troviamo due palmenti litici e due tombe a grotticella, dalla patina non si riesce a distinguere se c'è una differenza d'epoca tra i due manufatti, presumo dall’età del Bronzo al primo periodo siculo. Intorno al 1860 alle falde dell’Etna sono state ritrovate alcune ampelidi di ere geologiche dell’età terziaria: segno che la vite cresceva spontanea. I Fenici hanno contribuito solo alla commercializzazione. I libri di storia in genere fanno risalire la nascita della viticoltura e della produzione di vino all’Età del Bronzo (1300-1100 anni prima di Cristo) ma un recente ritrovamento potrebbe far cambiare le conoscenze sull’economia delle società antiche, il vino più antico è siciliano ed ha 6000 anni. Le analisi sono state condotte da Davide Tanasi dell’Università della Florida Meridionale, con la collaborazione del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), Università di Catania ed esperti della Soprintendenza ai Beni Culturali, su giare di terracotta non smaltata provenienti dal Monte Kronio (o San Calogero). Se il vino più antico è siciliano, è questo il palmento più antico?
"Dato che ha generato tanti Dei forse era l'uva il frutto proibito." T.G.
Foto di Castiglione dei Siculi Trinacia o  Sikuli, Sheklesh, Šekeleš , Shikalayu.
Copyright Giuseppe Tizzone.